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Roberto Vecchioni – Parma – Teatro Regio

31 Ottobre 2019

Parma
Teatro Regio

Roberto Vecchioni – Parma – Teatro Regio

31 Ottobre 2019
Teatro Regio
Parma
Inizio ore 21:00

La prima parte dello spettacolo sarà dedicata ai brani del nuovo album per poi lasciare spazio ad alcuni classici del repertorio del cantautore, in una narrazione che tiene insieme la musica, la parola e l’immagine.

«L’Infinito è un grande spettacolo di canti, immagini e monologhi, che parte da un’idea precisa: l’infinito non è al di fuori di noi, non è introvabile, ma è dentro di noi, nella nostra anima e nelle nostre emozioni – spiega Vecchioni – tutta la prima parte dello spettacolo è giocata sul nuovo disco e sui personaggi che hanno battuto il destino, hanno combattuto il male, hanno amato la vita, gli altri e se stessi. Emerge un mio concetto recente, nuovo, di grande amore per tutto ciò che si fa e si vive. La seconda parte dello spettacolo, invece, è una specie di ritorno, uno sguardo sul passato con le canzoni di prima, che mostrano come si è arrivati a questo concetto di infinito attraverso pensieri particolari sull’amore, sul sogno, sull’esistenza, sul dolore, sulla gioia, sulla felicità… e come poi tutte queste piccole cose si siano ricomposte in un’unica idea, che è quella di amare la vita comunque sia, bella o brutta perché in realtà è sempre bella. Siamo noi che a volte la immaginiamo in un altro modo».

Roberto Vecchioni sarà accompagnato dalla “band storica”, costituita da Lucio Fabbri (pianoforte e violino), Massimo Germini (chitarra acustica), Antonio Petruzzelli (basso) e Roberto Gualdi (batteria). La regia è di Raffaello Fusaro e la realizzazione del visual concept è a cura di Niko Cutugno per Djungle Production.

IL NUOVO ALBUM

L’Infinito di Roberto Vecchioni, prodotto da Danilo Mancuso per DME edistribuitoda Artist First, è uscito il 9 novembre 2018 e, a due mesi dal lancio, ha vinto il Disco d’Oro con venticinquemila copie vendute (dato FIMI), nonostante la scelta in controtendenza di rinuncia della piattaforme streaming e download.

Il risultato attesta il successo della scelta di resistenza culturale anche dal punto di vista distributivo della canzone d’autore ed è un indicatore della necessità di punti di riferimento e messaggi autorevoli in un periodo contrassegnato da precarietà culturale.

Il lavoro discografico racchiude 12 brani inediti, con musica e parole del cantautore, disponibile in formato Cd, in edizione Deluxe arricchita dal saggio “Le parole del canto. Riflessioni senza troppe pretese”e in Vinile Limited Edition.

La distribuzione con mezzi esclusivamente analogici: solo cd e vinile senza piattaforme streaming e download,  coerente al progetto discografico, indica la volontà di non trattare la musica come prodotto di consumo velocescaricabile con un click, di non decontestualizzare l’ascolto del singolo brano, parte integrante della narrazione che tiene insieme ritratti diversi, da Alex Zanardi Giulio Regeni, dalla guerrigliera curda Ayse a Leopardi, che l’autore accomuna nell’amore per la vita.

L’album contiene l’eccezionale ritorno sulla scena musicale di Francesco Guccini che, per la prima volta, duetta con Roberto Vecchioni nel singolo “Ti Insegnerò a volare”,ispirato al grande Alex Zanardi.

Due padri della canzone d’autore si rivolgono alle nuove generazioni, in un periodo in cui tutto si dissolve nella liquidità e nella precarietà culturale, invitandole a sfidare l’impossibile. La storia del campione è la metafora della «passione per la vita che è più forte del destino».

«Questo brano – racconta Vecchioni – si specchia direttamente in quella che è stata chiamata la “canzone d’autore” e che non c’è, non esiste più dagli anni ’70. In realtà l’intero disco è immerso in quell’atmosfera perché là è nato e successo tutto. Là tutto è stato come doveva essere, cioè immaginato, scritto e cantato alla luce della cultura, semplice ed elementare oppure sottile e sofisticata, ma comunque cultura. Forse per questo Francesco Guccini (che ho fortemente voluto nel mio disco per quello che rappresenta, e lo ringrazio ancora di esserci stato), ha scelto di cantare con me».

Un album manifesto, «non 12 brani  – come spiega Vecchioni – ma un’unica canzone divisa in 12 momenti»,  in una dimensione temporale verticale che rinvia al tema dalle suggestioni letterarie:  lanecessità di trovare l’infinito al di qua della siepe, dentro noi stessi.

L’album è il frutto della collaborazione di un team d’eccezione, Lucio Fabbri(produzione artistica): pianoforte, piano elettrico, organo Hammond, violino, viola, fisarmonica, basso elettrico e chitarra elettrica; Massimo Germini: chitarra classica e acustica, chitarra 12 corde, mandolino, bouzouki, ukulele, liuto cantabile; Marco Mangelli: basso fretless; Roberto Gualdi: batteria e percussioni.

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