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Deproducers

Roma - 23 Gennaio 2013
Auditorium Conciliazione

Deproducers

23 Gennaio 2013
Auditorium Conciliazione
Roma
Inizio ore 21:00

Cancellata la data del 23 gennaio dei DEPRODUCERS a Roma

Deproducers – PLANETARIO / Annullata la data prevista a ROMA il 23 gennaio 2013.
La data di Roma del tour dei Deproducers ‘Planetario’ prevista il prossimo 23 gennaio 2013 all’Auditorium Conciliazione non si terrà a causa di problemi tecnici / logistici della produzione.
E’ possibile richiedere il rimborso dei biglietti da oggi chiamando l’infoline 0773.414521 oppure via email info@ventidieci.it.

Un viaggio tra le stelle per una esperienza unica nel suo genere. DeProducers sul palco dell’Auditorium Conciliazione di Roma il 23 gennaio. L’organizzazione è a cura della Ventidieci. Nel cuore di Milano, al centro di una città che corre cercando di afferrare il tempo, ancora un posto in cui perdersi a guardare il cielo. Si chiama Planetario Civico e lo dirige un ricercatore, Fabio Peri. Da anni racconta ai visitatori le stelle, i pianeti, quella che i poeti chiamano volta celeste. Lo fa con un linguaggio appassionato e contenuti rigorosamente scientifici, attento a inserire pochi termini tecnici in mezzo ad esempi comprensibili a tutti. È per questo motivo che i molti che vanno al Planetario curiosi, escono da quella visita affascinati e più consapevoli, ammirati dal mistero del cosmo che adesso grazie a Fabio Peri è un po’ meno misterioso. I deproducers – Max Casacci, Vittorio Cosma, Gianni Maroccolo e Riccardo Sinigallia, vale a dire quattro tra i migliori produttori/musicisti in circolazione – erano al lavoro da diversi mesi su un progetto musicale la mattina in cui Vittorio Cosma si infilò in quel Planetario per una visita improvvisata, nel corso della quale fece la conoscenza di Fabio Peri. La loro collaborazione era nata per istinto naturale, un “effetto domino” provocato da un’idea che da tempo brillava davanti agli occhi di Vittorio Cosma: creare musica insieme a dei musicisti/ produttori che stimava e dare vita a un progetto concettuale vero e proprio. Gianni Maroccolo, Riccardo Sinigallia e Max Casacci sono già lì, uniti tra loro da un solo grado di separazione. I quattro si incontrano per alcune session, l’intesa è immediata, si suona restando “in ascolto”, facendo spazio agli altri. Un caso più unico che raro, che conferma loro che il marchio deproducers può nascere e affrontare nuova musica e tanto altro. L’idea è quella di intraprendere un percorso ambizioso, mettendo in musica una sorta di enciclopedia delle scienze, dividendola in argomenti, ognuno dei quali costituirà il soggetto di un apposito album e progetto live. Quando Cosma tornò a casa, dopo aver conosciuto Fabio Peri al Planetario di Milano, ne parlò agli altri, che sull’onda dell’entusiasmo organizzarono subito un altro incontro, dal quale uscirono senza più dubbi. Il primo lavoro dei deproducers, il primo capitolo della loro enciclopedia scientifica in musica, avrebbe parlato del cielo, delle stelle, dei pianeti, dei viaggi interstellari, delle stazioni spaziali e del nostro naso all’insù. Dalle sessions dei “fantastici quattro” è nata allora la colonna sonora di un viaggio costruito sull’ascolto; di quanto la materia suggeriva, in primis, e di quanto ognuno dei quattro sentiva di voler proporre dagli altri. Un approccio musicale che cercava di comprendere e abbracciare al massimo ogni nota o idea musicale si manifestasse, per creare quella che ad ascoltarla bene sembra – e forse vuole essere – la colonna sonora di una immaginaria conferenza scientifica. A cucire le varie tappe del viaggio i testi liberamente adattati da Alessandro Cremonesi (La Crus) dalle spiegazioni narrative di Fabio Peri, letti proprio dal curatore del Planetario Civico di Milano. Di certo non un personaggio noto, non una voce famosa, ma proprio per questo forse il più adatto a trasferire al progetto il fascino e la credibilità che derivano dalla sua passione. Ad arricchire le tessiture ritmiche, un batterista illuminato come Dodo Nkishi (Mouse on Mars), ad alterare la densità delle strutture portanti un produttore “cosmonauta” come Howie B.

Il risultato di questo lavoro è PLANETARIO. Un disco necessario, di quelli che si aspettano a lungo finché, finalmente, arrivano. Del resto i musicisti a questo servono, a fare dischi necessari, per loro e per noi, a offrire lenti da vista con cui leggere il tempo in cui si vive e cannocchiali per avvistare quello che verrà. E il tempo in cui sembriamo aver vissuto finora è stato un tempo in cui si è camminato veloci e con lo sguardo basso, in cui la ricerca spasmodica di tenere un passo innaturale ci ha costretto a pose e modalità dannose; tempi in cui il nostro caro umanesimo sembra essere marcito in una sorta di superomismo becero, che non rispetta altro che non le proprie velleità. PLANETARIO è un disco che racconta il cosmo ma in realtà parla all’uomo dell’uomo, che del cosmo è protagonista e al tempo stesso ospite. Torna a mettergli davanti le cose a lui più care: le possibilità, le potenzialità, la natura immanente – qualcuno direbbe “divina” – che lo rende simile alle stelle. Con linguaggio scientifico sottolinea dati e processi meccanicistici, ma solo per lasciarne intuire, sullo sfondo, il profondo senso di poesia che da questi emana. La scommessa di vivere, la possibilità di esprimere il proprio talento, il rispetto per ciò che è immensamente grande e che esiste da prima dell’uomo. La necessità, ora, di tornare ad alzare lo sguardo al cielo, e di riallinearsi a leggi e tempi millenari, naturali, che sono i tempi del respiro della nostra anima. Di tutto questo e di altro ancora parla PLANETARIO. Parla, racconta, fa immaginare anche grazie a quello che si preannuncia come uno dei live set più interessanti dei prossimi mesi: immaginato e sviluppato dallo scenografo “illuminatore” Peter Bottazzi (già al fianco di registi come Peter Greenway, Robert Wilson, Moni Ovadia), lo spettacolo svilupperà una visione artistica che unirà ai testi raccontati da Fabio Peri il sound designing dei deproducers (sorretti anche dal vivo dalle ritmiche di Dodo Nkishi). Un live che mostrerà al pubblico volte stellate, pianeti, stelle che bruciano in equilibrio perfetto tra energia e gravità, stazioni spaziali internazionali, il viaggio di un raggio di luce e tanto altro. Per ricordarci infine, come diceva la famosa canzone, che “noi siamo figli delle stelle /figli della notte che ci gira intorno…”

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