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Jethro Tull

Milano - 17 Aprile 2015
Teatro Linear4ciak, Milano

Ian Anderson

17 Aprile 2015
Teatro Linear4ciak, Milano
Milano
Inizio ore 21:00

JETHRO TULL’S IAN ANDERSON

plays

The Best of Jethro Tull & New Album “Homo Erraticus”

17 aprile – Milano – Gran Teatro Linear4ciak

20 aprile – Roma – Auditorium Concilizione

IAN ANDERSON in Italia ad aprile con un nuovo tour e un nuovo disco. Con The Best of Jethro Tull & New Album ‘Homo Erraticus’, ANDERSON si cimenta in un concerto-spettacolo con una produzione complessa, dove alla musica si affiancano performance e video inediti per continuare a giocare e dialogare tra il presente e il passato. Uno spettacolo che quest’anno ha entusiasmato il pubblico di mezzo mondo.

La prima parte del concerto propone nella sua interezza il nuovo concept album ‘HOMO ERRATICUS’ (Audioglobe) definito dallo stesso ANDERSON “un epico viaggio musicale nel singolare pantheon del rock progressive”; nella seconda parte l’artista delizia i fan con tutti i successi di oltre 40 anni di carriera ed i brani preferiti dal pubblico sono completati da video e scenografie teatrali: “sorprendenti …sino alle lacrime”.

La lunga stagione creativa dell’uomo che ha reso popolare il flauto nel mondo del rock guidando i leggendari JETHRO TULL e che conta all’attivo più di 65 milioni di dischi venduti e più di 3.000 concerti in 54 Paesi, continua ad attrarre le platee di tutto il mondo e riconoscimenti continui (ultimo dei quali il Prog Magazine Prog God Award nel 2013).

Sul palco IAN ANDERSON sarà affiancato dai musicisti che lo accompagnano da diverso tempo: John O’Hara (tastiere), David Goodier (basso), Florian Opahle (chitarra), Scott Hammond (batteria) con il cantante/attore Ryan O’Donnell, come special guest.

Un’opportunità imperdibile per i tanti appassionati del rock progressive per esplorare ancora una volta il glorioso passato di questo genere e allo stesso tempo di godersi un nuovo sorprendente spettacolo.

 

JETHRO TULL’S IAN ANDERSON

BIOGRAFIA

 

Era il 1968 quando sulla scena del rock esce l’album This Was, dove il leader, Ian Anderson, invece di suonare la chitarra o le tastiere, utilizzava il flauto per dare colore a un suono proveniente dal blues con qualche innesto jazz e rock. Una miscela esplosiva quanto affascinante. Ian Anderson, compositore della maggior parte dei brani, con il passare degli anni avrebbe consolidato la sua posizione all’interno del gruppo scrivendo una serie di successi che hanno fatto la storia del rock (Aqualung, Thick as a Brick e Songs from the Wood, tanto per fare alcuni nomi) e vendendo milioni di dischi in tutto il mondo.

Negli ultimi mesi del 1967, quattro capelloni di belle speranze si ritrovarono a Luton, cittadina del Bedfordshire, nel sud dell’Inghilterra. I talenti genuini e ben poco accademici di Ian Anderson, Mick Abrahams, Glenn Cornick e Clive Bunker timidamente si unirono per dar vita alla formazione originale dei Jethro Tull. Il gruppo riuscirà a guadagnarsi un posto fisso al famoso Marquee club di Londra, ma solo dopo alcune false partenze con altri nomi (“Navy Blue”, “Ian Henderson’s Bag ‘o Blues”, Jethro Toe” e il suicida “Candy Coloured Rain”).

Già nel marzo del 1968 i Tull si erano costruiti un seguito come volto nuovo nella scena musicale underground di blues revival. E un giovedì sera finì per esserci la coda fuori dal locale. Dopo le apparizioni a Hyde Park e al Sunbury Jazz and Blues Festival nell’estate del ’68, la band amplia i consensi pubblicando l’album “This Was” che, pur pagando un tributo alla tradizione blues dalla quale proveniva la band, conteneva già accenni di influenze più vaste che sarebbero diventate evidenti dopo l’uscita di Mick Abrahams. Infatti, per diversità  musicali e di carattere, il chitarrista fondatore Abrahams se ne andrà e i Tull si imbarcarono, con l’allora incerto rimpiazzo di Martin Barre, nella registrazione della pietra miliare “Stand Up” all’inizio del 1969.

Fortunatamente il nuovo disco si dimostrò un successo colossale e aprì nuove opportunità in Europa e negli Stati Uniti. Le influenze classiche, jazz, folk ed etniche su Ian Anderson resero quel disco eclettico un punto fermo per la storia iniziale del gruppo, che raggiunse il primo posto nelle classifiche inglesi. I Tull, inizialmente oscurati dai Led Zeppelin e altri big, iniziarono un’ascesa esplosiva ai piani alti dello star system americano, che culminò nei tre anni successivi con le copertine su Time e Rolling Stone, cinque serate al Forum di Los Angeles e tre al Madison Square Garden di New York. Alcuni singoli di successo incrementarono la popolarità nei primi tempi; tra questi, “Living in the Past”, scritta durante il primo tour in USA nel 1969 servì a tenere alto il nome anche a casa, in Inghilterra.

Comunque erano gli album nel loro complesso a dare forza alla crescita dei Jethro Tull dal momento che non si limitavano ad un pezzo forte, ma contenevano parecchi classici che venivano suonati regolarmente nelle radio tenendo alta l’attenzione sulla band tra i concerti e le nuove incisioni. “Aqualung” e i cosiddetti concept album “Thick as a Brick” e “A Passion Play” confermarono l’etichetta progressive rock che comprendeva altre accezioni quali “Art-rock”, “Blues-rock”, “Folk-rock” e “Hard-rock” a seconda delle reazioni personali dei critici al pensiero musicale spesso complesso del flautista e cantante Ian Anderson.

Primo gruppo rock dai tempi dei Beatles a suonare allo Shea Stadium di New York, i Tull conquistarono il trono delle performance dal vivo nel Nord America. Howard Stern imparò diligentemente le parole di Aqualung. Elton John si riconquista’ il primato di aver suonato di fronte al maggior numero di persone nelle città americane e Bill Clinton saggiamente scelse il saxofono al posto del flauto. Con due album al numero uno negli Stati Uniti e successi nelle classifiche di tutto il mondo, il gruppo si stacco progressivamente dal lato piu’ commerciale delle incisioni e dei tour. Nel corso degli anni ’70, ’80 e ’90 fino al nuovo millennio, i loro album e concerti hanno dimostrato ad ogni latitudine la perdurante credibilità artistica di un complesso sempre capace di rinnovarsi.

La popolarità del gruppo ha raggiunto paesi dove la musica rock non era stata ancora promossa e la leggenda dei Jethro Tull ha preso piede da Buenos Aires fino a Budapest; e alla fine i fan sono stati ricambiati con concerti in luoghi dove altri gruppi avevano paura a suonare, o semplicemente non erano interessati a farlo. Il batterista Doane Perry e, successivamente, il tastierista Andy Giddings e il bassista Jonathan Noyce hanno portato i loro importanti personali contributi musicali alla band unendosi all’imprescindibile chitarrista Martin Barre che, come lo stesso Anderson, ha garantito la continuità  e l’eredità  artistica dei primi anni.

All’inizio del 2002 i Jethro Tull hanno pubblicato il loro primo Dvd con materiale dal vivo, seguito dal relativo cd live, anch’esso intitolato “Living with the Past”, sia cd e dvd. Per quanto riguarda l’attività  in studio, la band ha dato alle stampe alla fine del 2003 il Jethro Tull Christmas Album, collage di vecchie e nuove canzoni legate al Natale e Anderson ha pubblicato il quarto album solista (Rupi’s Dance). Recentemente e’¨ stato messo in commercio per la Eagle il dvd Live at Montreux 2003, l’album This Was¨ stato appena ristampato in versione deluxe ed è appena uscito il doppio dvd “Jethro Tull – Their fully authorised story”, storia ufficiale del gruppo. Inoltre, e’ appena stato pubblicato il dvd “Jack in The Green”-raccolta non ufficiale, ma autorizzata dalla band- di apparizioni live in Germania dal 1970 al 1993.

L’attivita’  di Ian Anderson negli ultimi anni e’ concentrata soprattutto sulle perfomance dal vivo (“non potrò continuare a farlo tutta la vita – dice – perciò finché posso mi piace suonare in ogni angolo del mondo”). Accanto ai tour dei Jethro Tull, Anderson da tre anni si dedica anche a due progetti solisti; da un lato un originale talk show dal titolo “Rubbing Elbows with Ian Anderson” che prevede un’esibizione acustica intervallata da intervista e dialoghi con il pubblico destinata ovviamente alle platee anglosassoni; dall’altro dei concerti orchestrali di musica tratta dagli album solisti e da quelli dei Tull. In entrambi i casi Anderson è¨ accompagnato anche da un quartetto elettrico (ma senza membri dei Tull, per sottolineare la differente natura degli spettacoli). In questo ambito Anderson si e’ esibito diverse volte in Italia, spesso insieme al flautista classico Andrea Griminelli. Anche il chitarrista Martin Barre nel 2004 ha pubblicato il suo terzo lavoro solista (Stage Left, distribuito anche in Italia).

Senza dubbio centinaia di migliaia di fan di tutte le età si emozioneranno ancora al trillo del flauto e si contorceranno alle pennate della chitarra di Martin. I critici rimugineranno e alla radio diranno: “Chi? Credevo avessero smesso anni fa per darsi alla piscicoltura”. Ma che ne sanno? Beh, andateglielo a dire…

Dopo 40 anni di attività musicale, circa una trentina di album al loro attivo e più di 50 milioni di dischi venduti, più di 2.500 concerti in 40 paesi, i Tull sono ancora sulla cresta dell’onda, impegnati mediamente in un centinaio di concerti all’anno che richiamano vecchi e nuovi fan, suonando davanti a 300.00 persone l’anno.

Insieme, continuano a portare avanti l’eredità della musica dei Tull, con la sua varietà  e profondità  d’espressione, ovunque i fan, più o meno giovani, vogliano ascoltare ispirata musica Rock, Folk, Jazz e Classica. Per veri intenditori.

 

 

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